ARTE D'ESTATE (SECONDA TAPPA)

 In questo caldo Agosto continuiamo il nostro viaggio tra arte e natura, oggi ci troviamo nel parco di Arte Sella, poco distanti da Borgo Valsugana.

Come scritto nella precedente puntata, i percorsi di Land Art offrono numerosi vantaggi: permettono di vivere l'arte e la natura senza necessariamente subire la calura estiva, consentono un'esperienza intellettuale agli adulti mentre i bambini si divertono all'aria aperta,  consentono di avere il cane al seguito, viceversa visitando i musei o le mostre tradizionali solitamente noi facciamo dei turni di visita per non lasciare da solo nostro cane Pongo!

Il nostro percorso inizia dalla biglietteria di Villa Strobele, dove sono esposte alcune prime opere. Si tratta di un sentiero di breve durata all'interno del giardino della villa, non paragonabile al secondo percorso, quello che iniziamo da Malga Costa. 

La prima cosa che sicuramente noterete, banale, ma essenziale, è la cura con cui il parco viene gestito: vi sono costantemente giardinieri al lavoro per rendere il percorso agevole e pulito, sempre nel rispetto della natura e degli effetti da questa prodotti sulle opere.

Rispetto al percorso RespirArt di Pampeago, nella mappa che ci viene qui fornita all'inizio del percorso, non ci sono particolari spiegazioni delle opere; mi accorgo solo in un secondo momento, precisamente a fine percorso, che la guida è in vendita alla cassa. In conclusione: la nostra visita ha necessariamente un approccio emozionale, la spiegazione delle opere la leggeremo tranquillamente a casa.

Non vi farò un elenco completo ed esaustivo delle opere presenti lungo il percorso, non vorrei, appunto, rovinarvi la possibilità di fare questo esperienza liberi da preconcetti o influenze. Ecco quindi soltanto una selezione di opere per darvi solo un assaggio di quanto poi  gusterete dal vero.

Attraversare l'Anima di Will Beckers (2015): questo fascio di rami si trova all'inizio del percorso, è un'opera da vivere, ci si entra e la si attraversa, proprio come i pensieri attraversano la nostra anima per andare a ricongiungersi poi con madre natura.

Senza titolo 169 di Aeneas Wilder (2013): quest'opera ci ha colpito moltissimo, si tratta di una sorta di cupola poggiante sull'erba. Al centro vi è un grande oculo dai contorni spigolosi, un moderno Pantheon in cui per la luce non proviene solo dall'alto, non è unica, centrale, ma diffusa e proveniente dalle mille aperture laterali. La sensazione è quella di essere in uno spazio chiuso ma al contempo aperto e totalmente invaso dalla luce naturale. 

Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri (2001): qui citerei l'impressione di mia figlia Alice, 7 anni: "Guarda ci sono delle colonne, è un tempio". Gli alberi di questo edificio naturale formano la planimetria di una cattedrale gotica con tanto di navate e campate a definizione dello spazio. La luce nelle cattedrali gotiche era la manifestazione di Dio, era la presenza stessa di Dio. La luce di questa cattedrale è la luce della natura che eleva e nutre gli alberi che, a loro volta, nutrono il mondo di ossigeno.

Terzo Paradiso, la trincea della pace di Michelangelo Pistoletto (2017): per vedere quest'opera seguite il percorso che vi porterà un po' in pendenza e vi consentirà di ammirarla dall'alto, altrimenti non riuscireste a cogliere la forma di questo particolare infinito al quale si aggiunge un cerchio. Tre cerchi a simboleggiare la natura, le opere artificiali dell'uomo, l'eventuale equilibrio raggiunto da uomo e natura.








Per informazioni pratiche e altre immagini:

http://www.artesella.it/it/







Senza titolo 169

Senza titolo 169






 

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