Visioni inVernali, visioni inFernali



Un' insolita piovosa domenica mattina di ottobre, spesso ottobre regala scenari e weekend talmente luminosi da  passare del tutto la voglia di "restare a casa"; la pioggia, invece, non lascia alternative ad una pigra mattinata domestica.

Mia figlia si trova in salotto e, dopo aver avuto libero accesso ai ripiani alti della libreria, si  dedica all'organizzazione di una lezione di storia dell'arte da impartire ai suoi pupazzi, modalità: in presenza!

Così, approfittando della quiete,  decido  di dedicarmi  ad altro e in un'altra stanza, giusto per lasciare libertà creativa e non interferire inutilmente con il regolare svolgimento della lezione.

Ma poco dopo Alice (mia figlia) mi si presenta davanti. E qui comincia questo dialogo:

Alice: "Devo chiederti una cosa...E' vero che dall'INFERNO non se ne esce?". 

Io (calandomi nella realtà di una bimba di seconda elementare e pensando al programma di storia che sta affrontando) rispondo sicura: 

"Ma certo che dall'INVERNO se ne esce, l'inverno dura solo 3 mesi e poi torna la Primavera, non ti preoccupare". 

Ma no, non ho azzeccato la risposta perché non ho compreso la domanda e quindi Alice ripete: 


"No, ma io intendevo dall'INFERNO, da lì non se ne esce, perché non si riesce a passare dall'altra parte, è impossibile andare in Paradiso". 

Mi viene qualche dubbio, mi sposto davanti  alla libreria dove , per terra ,trovo una monografia su Hans Memling, artista fiammingo del XV secolo, aperta alla doppia pagina del Giudizio Universale.

Quindi, con tanto di immagine davanti, come obiettare al fatto che, in effetti, da una parte all'altra di un trittico (in questo caso dalla parte destra a quella sinistra) sia davvero difficile fuggire indenni, sopratutto se al centro incombe la presenza di Cristo giudice. 

Però, cerco di spiegare che proprio questo era ed è il potere dell'arte: spaventare tanto chi guarda le immagini, talmente tanto da far sì di non volere in alcun modo commettere qualcosa di tanto grave da poter essere giudicati negativamente e inesorabilmente.

La spiegazione pare convincente, e spero non traumatizzante, ma questo lo si scoprirà in seguito.  Chiudiamo il Memling, che ha pienamente svolto il suo compito, e magari la prossima volta apriremo un Matisse con tanta "gioia di vivere".

Questo Memling! Anche una volta chiuso il libro, le sue pagine sottolineate mi riportano indietro nel tempo. Precisamente al 1997, Padova, corso di storia dell'arte olandese e fiamminga che prevedeva un soggiorno a Vienna alla scoperta della vasta  collezione di arte olandese e fiamminga del Kunsthistorishes Museum, ma questa è un'altra storia, un altro potere dell'arte, quello di farci viaggiare nel tempo e nello spazio. 

Per correttezza di informazioni il Trittico del Giudizio non  si trova a Vienna, ma al museo Nazionale di  Danzica, si tratta di un olio su tavola risalente al 1467-73 ca, ecco perché è detto anche Trittico di Danzica.



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