Il paesaggio e lo scorrere del tempo


Da alcuni anni sono membro del comitato biblioteca del comune di Valdobbiadene. Tra le varie attività che hanno preso piede, vorrei parlarvi del "concorso pittorico" che ogni anno vede la partecipazione attiva di ragazzi dagli 11 ai 18 anni. Il tema proposto è ogni anno legato al paesaggio, questo in linea con i principi della amministrazione comunale che da sempre ha posto proprio nella valorizzazione del paesaggio uno dei suoi principali obiettivi. Non a caso, accanto alla villa dei Cedri, sede in cui si svolge il concorso, nascerà un museo interamente dedicato al paesaggio.  Fine ultimo del concorso è quello di avvicinare i giovani all'arte, alla tutela del paesaggio e alla bellezza che arte e paesaggio possono far nascere in un'opera originale.
Di seguito vi riporto lo scritto che accompagnava il tema dell'ultimo, in ordine di tempo, concorso svoltosi: il tema dello scorrere del tempo.

INTRODUZIONE AL TEMA DEL CONCORSO PITTORICO
“TRACCE DEL TEMPO”


Il tema del tempo e del suo scorrere inesorabile ha da sempre affascinato artisti, filosofi e poeti.
Il pittore francese Claude Monet, ad esempio, ha dedicato gran parte della sua vita artistica a cercare di cogliere gli effetti che lo scorrere delle ore, il variare delle stagioni e delle condizioni atmosferiche, lasciavano su edifici ed elementi della natura.  Per riuscire in questo intento egli dedicava ad un singolo soggetto delle serie di quadri, è il caso della cattedrale di Rouen ritratta in ben 50 tele e colta in diversi momenti del giorno dall’alba al tramonto (vedi immagini a fine introduzione).


Quello che si chiede a voi giovani artisti è di dare nella vostra opera, pittorica o grafiche che sia, la vostra idea dello scorrere del tempo nel paesaggio e negli edifici del territorio valdobbiadenese. 
Potete, come Monet, lasciarvi ispirare dagli effetti della luce che colpisce le colline valdobbiadenesi nelle diverse ore della giornata, nelle diverse condizioni atmosferiche al cambiare delle stagioni, o dai segni che l’opera dell’uomo nel corso degli anni ha lasciato nel paesaggio. 
 Il soggetto può richiamare in modo esplicito al tema del tempo, in questo caso possono essere rappresentati il campanile di una chiesa, o la meridiana di un edificio. Il campanile è stato fin dal Medioevo il riferimento per la comunità, segnalava le diverse funzioni religiose della giornata che, a loro volta, scandivano il ritmo delle giornate. La meridiana è un perfetto esempio di archeologia scientifica ed arte, la sua presenza sugli edifici serviva a scandire proprio il tempo di lavoro nei campi, ilpassaggio delle stagioni, ma era ed è anche un monito dell’inesorabile ed incalzante  avvicinarsi alla morte. A Valdobbiadene la presenza di un campanile con meridiana unisce mirabilmente i due modi di segnalare il tempo: con la luce del sole o con il suono delle campane.
Ma il richiamo al tempo può anche essere più implicito, può riguardare ad esempio gli effetti che il tempo ha avuto su un determinato luogo o su una costruzione: l’edificio può essere in uno stato di rovina a causa dei segni lasciati dal tempo, dalle guerre, ma può anche essere diventato altro, avere completamente cambiato funzione proprio a causa del cambiare dei tempi. La vecchia filanda è l’edificio simbolo dell’archeologia industriale a Valdobbiadene, uno stabilimento sorto ad inizio ‘900 per la lavorazione e filatura con la classica struttura di questi edifici tipici del Nord Italia(edifici generalmente a più piani, dai soffitti alti e dotati di grandi finestre per garantire l'illuminazione); che il tempo ha condotto ad uno stato di abbandono e rovina da cui oggi è uscita grazie ad una sapiente opera di risanamento e restauro. 

Lo stesso analogo destino ha avuto Villa Piva, oggi nota come Villa dei Cedri, in quanto circondata dagli imponenti omonimi alberi. L’edificio è una costruzione Liberty di fine ‘800, anch’essa collegata alle attività della filanda, vicino alla villa sorgevano infatti un torciatoio e un filatoio. Il tempo ha reso i colori della villa meno accesi, visibili effetti che il tempo ha lasciato sull’edificio, sui colori della facciata, ma si vedono già i frutti del percorso di risanamento che la villa sta vivendo per tornare ai suoi antichi splendori, è un edificio che viaggia nel tempo.

Questi sono solo alcuni spunti per aiutarvi ad orientarvi nell’affrontare questo tema, difficile, ma affascinante, come diceva Monet: “Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare.” Ma proprio l’effetto sfuggente, sfumato e sfuocato può rendere il vostro quadro affascinante e seducente.


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