Goya a Feltre

Una fredda, bianca e gelida atmosfera, quella con cui da sempre suole presentarsi Feltre nei mesi invernali.
Nelle vie della città bassa chiusa al traffico, il freddo è attenuato dalle luci e dal passeggio natalizio.
Nelle vie della città alta, quelle che conducono al fulcro di piazza Maggiore, il freddo è attenuato dalle facciate dei palazzi antichi, sulle quali si diffonde la strana luminescenza delle superfici innevate.
In Piazza Maggiore l'atmosfera è invece riscaldata dalle luci di una piccola galleria d'arte, Galleria Via Claudia Augusta,che in occasione del Natale ospita alcune incisioni dell'artista Francisco Goya.
Le incisioni sono tratte dalle serie titolate Los Disparates, i Capricci, Disastri della guerra, Tauromachia, titoli già di per sè esplicativi dei temi malati di follia tipici di Goya. Certo, non sono immagini rasserenanti le sue, hanno tratti spesso caricaturali (El caballo raptor, Bobalicon, Disparate Desordenado), rappresentano vizi sotto forma di messe in scena proverbiali , ma fanno sorridere di un sorriso amaro. Un sorriso che pare anticipare quel "sentimento del contrario" proprio di Pirandello, quell'andare oltre le apparenze di questi corpi goffi, maldestri, sformati ci fa riflettere sulle bassezze e debolezze umane, ci fa avvertire il pericolo del baratro cui la mente folle può portare, cui nemmeno superstizione e credenze religiose possono porre rimedio, Goya sembra usare le immagini per catapultarvi spesso immagini volanti dal sapore onirico (Modo de volar, Disparate volante), come se la carta altro non fosse che un mezzo volto a liberare la mente dai suoi inguaribili mali.

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